Prima notizia fondamentale: sono sopravvissuto a giugno. Non scontato, tocca celebrare anche le piccole vittorie.
Da qualche settimana NNT ha anche un profilo Instagram. Ci metto le immagini quando pubblico qualcosa qui o recupero vecchi post, oltre a spammare un po’ le cose che pubblico senza passare dalla newsletter. Non sono a mio agio a forzare tra le vostre mail tutto quello che scrivo, quindi alcuni post potrebbero misteriosamente comparire online senza che nessuno se ne accorga (è già successo e nessuno se n’è accorto).
La parte divertente è che per fare la pagina Insta di Never Not Talking ho recuperato un vecchio profilo che utilizzavo in modo ironico come diario dei nuovi acquisti e si chiamava @marco_coppato, un bootleg del nostro Caronte e attivista radicale preferito. La gag era venuta talmente bene che in tempo di referendum sull’eutanasia mi trovavo complimenti e insulti nei DM da parte di signore inconsapevoli che non si lasciavano distrarre dal feed pieno di scarpe e dischi di Motown e Philly Sound.
Quindi niente, sentitevi liberi di seguire @nevernot_talking. O anche no, non sarà questa nuova sconfitta social a farmi optare per l’amaro cocktail in Svizzera. Forse.
É uscito il ventesimo episodio della terza stagione di Scarpe.pod, che sopravvive agli attacchi hacker dei nemici della democrazia e continua a fornire un servizio fondamentale alla comunità. Da qui in poi dovremmo farne ancora una o due, poi vacanze estive perché fa caldo e siamo sfiniti. Momenti apprezzabili della puntata: proviamo a spiegare la moda™ utilizzando come pretesto le nuove scarpe da trail inutili di Miu Miu e una decina di minuti di delirio sulle nuove Nike Air Max 90 di Patta, che potremmo aver mostrato al mondo per primi nella loro interezza.
Scarpe.pod ormai fornisce anche le breaking news, direi che in base all’ego del momento oscilliamo tra un canale TG24 e un Here We Go di Fabrizio Romano.
Se vi va è online anche il secondo articolo che ho scritto per Wu Magazine, nuova collaborazione di cui vi ho parlato brevemente qui. Mi lamento dei brand pigri e i miei amici Albi Vinci e Michele Pirrone aka Super Critical Studio mi danno ragione. Trovate tutto qui e in cartaceo un po’ ovunque in Italia. Gratis.
@onebowermandr, uno dei miei profili Insta preferiti, ha allietato la mia domenica sera con una doppietta di post lisergici: un prototipo con tomaia Lunar Flyknit 2 e misteriosa suola Waffle di plastica riciclata e una Night Track con i pattini. Non venite poi a chiedermi come faccia a non essermi ancora annoiato con le scarpe da ginnastica se là fuori si nasconde ancora roba del genere. I want to believe.


Ci sono due cose che aspetto con ansia e mantengono viva la speranza e la forza per svegliarmi ogni mattina nonostante tutto ma soprattutto nonostante il caldo:
1) “Let God sort ‘em out”, album di ritorno dei Clipse che arriverà l’11 luglio dopo un anno e mezzo di teaser, polemiche e leggende metropolitane. Giusto per caricarmi l’hype i due singoli usciti fin ora sono Ace Trumpets, in cui No Malice fa capire di non aver perso il tocco usando Lady Gaga come sinonimo di cocaina, e So Be It, capolavoro istantaneo con video ambientato in mezzo a uno stormo di Mercedes 300SL e Pusha maltratta Travis Scott. Nessun errore rilevato.
2) AEW All-In Texas, che la notte dopo mi regalerà il quinto capitolo della saga Okada vs. Omega. Il biennio 2016/2017 della NJPW e tutto ciò che orbitava attorno a quel mondo mi ha rimesso in pace con il mio amore per il Pro Wrestling e questo nuovo incontro lo aspetto da sette anni. Detto ciò, è sempre divertente giustificarsi come appassionato di wrestling spiegando che questi due sono tra i migliori ogni-epoca.


Direi basta. Quando questo post sarà online l’NBA avrà una nuova squadra campione, incoronata da una Gara 7 che starò recuperando mentre sono su un treno per Trieste. Speriamo sia all’altezza delle altre sei bellissime partite di questa serie, con tanti saluti a chi parla di basket senza guardarlo.